E’ molto frequente che si presentino persone  con “fegato grasso” a livello ecografico e alterati esami ematochimici di transaminasi ALT/AST e Gamma GT, anche se non consumano abitualmente alcool.

Il termine scientifico è Steatosi Epatica non alcolica (NASH)

E’ una delle patologie croniche del fegato più importanti ed è considerata la manifestazione epatica della sindrome metabolica, spesso associata a diabete, ma non necessariamente.

Questa patologia colpisce dal 10 al 24% della popolazione generale, questa percentuale aumenta fino al 60% nelle persone obese, in Italia il 15% dei bambini rappresenta in generale e colpisce dal 22 al 52% dei bambini obesi.

E’ considerata una malattia benigna ma, se non si interviene può portare a fibrosi, cirrosi e scompenso epatico.

Questa patologia è spesso trascurata dai medici come se fosse una “giusta conseguenza” del sovrappeso: sicuramente il diabete, l’insulino-resistenza, il sovrappeso, l’obesità e l’accumulo di grasso a livello addominale favoriscono fortemente l’accumulo di grasso a livello epatico, ma un team multidisciplinare composto da epatologi, endocrinologi, cardiologi, diabetologi e dietisti  può intervenire e far regredire la malattia.

Dopo una riduzione del peso il miglioramento dei risultati dei test clinici è garantito sia nei pazienti obesi che nei bambini. La velocità della perdita di peso può avere un ruolo decisivo nel determinare il miglioramento o il peggioramento: diete troppo restrittive e una perdita di peso troppo repentina può causare un peggioramento della necroinfiammazione.

Intervenire sullo stile di vita del paziente è fondamentale e migliora il danno epatico e le altre complicanze come sindrome metabolica e obesità.

E’ fondamentale: 

  • inserire un’alimentazione a basso indice glicemico: consumare carboidrati complessi ricchi di fibre come pane, pasta e riso integrale.
  • ridurre i grassi saturi di uova, formaggi e carni e prediligere il consumo di omega tre assumendo prevalentemente pesce o proteine di origine vegetale (legumi associati ai cereali).
  • Consumare frutta e verdura ad ogni pasto.
  • Eliminare totalmente l’alcol.
  • Praticare attività fisica regolare che aiuta nella perdita e nel mantenimento del peso, riduce l’insulino-resistenza e il grasso viscerale.

Bibliografia:

Fondazione Veronesi- Unigastro 2018- Ministero della Salute

Clinical Practice Guidelines for the management of non-alcoholic fatty liver disease

European Association for the Study of the Liver (EASL) ⇑, European Association for the Study
of Diabetes (EASD) and European Association for the Study of Obesity (EASO)