Il sovrappeso e l’obesità,  indipendentemente dalla gravidanza,  sono associati a insulino-resistenza che va a incidere negativamente sulla riduzione fisiologica della sensibilità all’insulina indotta dalla gravidanza

Le donne obese con maggior insulina resistenza e minore capacità compensatoria spesso presentano un‘alterata glicemia a digiuno che comporta poi lo sviluppo di Diabete Gestazionale GDM.

Nell’obesità, la resistenza all’insulina comporta una maggiore disponibilità di grassi per la minore inibizione della lipolisi indotta dall’insulina, questo si traduce, nelle donne con obesità pre-gravidica anche in assenza di GDM, in  livelli di grassi circolanti più elevati. Il tessuto adiposo secerne attivamente mediatori dell’infiammazione quali citochine e adipochine; le donne in gravidanza obese hanno un aumento dei livelli di queste sostanze infiammatoria rispetto alle donne normopeso indipendente dalla tolleranza glucidica. La presenza di obesità e GDM peggiora il profilo infiammatorio.

Il corretto guadagno ponderale gestazionale nelle donne con BMI pre-gravidico ≥ 30 Kg/m2è ancora controverso.
E’opportuno comunque ricordare che non ci sono, al momento, dati sulla restrizione calorica nella
gravidanza fisiologica, ma che anche in caso di obesità grave l’utilizzo di diete drasticamente ipocaloriche è sconsigliato

Il trattamento dietetico anche nelle gravide obese deve essere pianificato e personalizzato e la dieta nella gravida obesa deve:
• garantire un adeguato incremento ponderale ed una corretta crescita
fetale
• deve contenere almeno 175g/die di CHO
• non deve sviluppare chetosi materna

Obiettivi della terapia dietetica:
1. Determinare il fabbisogno energetico giornaliero che tenga conto del peso pregravidico in modo da garantire un appropriato incremento ponderale.
2. Monitorare l’incremento ponderale, l’intake di nutrienti ed i livelli di glicemia durante la gestazione.
3. Enfatizzare l’importanza della corretta assunzione dei pasti e degli spuntini per ridurre sia le ipo che le iperglicemie.
L’American Diabetes Association (ADA) suggerisce che la restrizione dietetica nelle gravide obese
comporti una riduzione dell’introito calorico quotidiano del 30-33% rispetto al periodo pregravidico

La colazione dovrebbe prevedere l’uso di alimenti con indice glicemico basso poiché la resistenza
insulinica è maggiore al mattino; infatti, alimenti ricchi in carboidrati semplici e/o con alto indice
glicemico potrebbero favorire un maggiore incremento glicemico post prandiale.
Una moderata restrizione calorica (20-25 Kcal/kg) che assicuri un adeguato apporto di proteine e carboidrati per l’età gestazionale, può rappresentare la giusta strategia per gestire l’aumento di peso in gravidanza. Anche nelle gestanti obese, l’apporto calorico e di carboidrati non devono scendere al di sotto di 1500kcal/die e 175 gr/die rispettivamente, con un adeguato apporto di micro- e macronutrienti, per prevenire il rischio di malnutrizione, chetosi e neonati SGA

SID Società Italiana Diabetologia https://www.siditalia.it/clinica/linee-guida-societari

Fondazione Veronesi https://www.fondazioneveronesi.it/magazine/articoli/ginecologia/come-affrontare-la-gravidanza-in-caso-di-obesita