Il diabete mellito gestazionale (GDM) è un disordine della regolazione del glucosio di entità variabile, che inizia o viene diagnosticata per la prima volta in gravidanza e, nella maggior parte dei casi, si risolve non molto tempo dopo il parto, anche se il rischio di una donna che ha avuto il diabete gestazionale di sviluppare il diabete mellito di tipo 2 dopo 5-10 anni dal parto è notevolmente superiore rispetto a una donna con una gravidanza non complicata da diabete.

Circa il 6-7% di tutte le gravidanze è complicato da diabete

Il diabete gestazionale non controllato aumenta il rischio di complicanze durante la gravidanza e al momento del parto, oltre che di malformazioni fetali e/o morte intrauterina. Numerose evidenze dimostrano come l’iperglicemia materna nel corso della gravidanza comporti un aumentato rischio di morbilità e mortalità fetale; in particolare, un aumento delle complicanze perinatali si correla con i livelli glicemici registrati nelle ultime fasi della gravidanza.

Fattori di rischio

I più importanti fattori di rischio di diabete gestazionale sono:

  • sovrappeso e obesità
  • precedente neonato macrosomico dal peso di 4.5 kg o maggiore
  • diabete gestazionale in gravidanza precedente
  • anamnesi familiare di diabete (parente di primo grado con patologia)
  • famiglia originaria di aree ad alta prevalenza di diabete.

Alcuni di questi fattori non sono modificabili, mentre altri possono essere oggetto di interventi preventivi mirati.

Prevenzione e diagnosi precoce del diabete gestazionale

La prevenzione del diabete gestazionale si identifica principalmente con la prevenzione del sovrappeso e dell’obesità, che è possibile mettere in atto attraverso la corretta alimentazione e regolare attività fisica.

La gravidanza diabetica è caratterizzata da:
• Elevata/ maggiore insulino-resistenza
• Deficit relativo 1a fase secrezione insulinica
• Mancato adeguamento della secrezione insulina all’aumentato fabbisogno

Attualmente non sono stati definiti obiettivi di peso specifici per le donne con diabete in gravidanza
oltre a quelli relativi al BMI pre-gravidico . Per quanto riguarda le donne con GDM, studi recenti
suggeriscono che un controllo più rigoroso del peso potrebbe portare a una riduzione dell’incidenza
di esiti neonatali negativi.

Inoltre un incremento ponderale settimanale limitato, in gestanti in terapia nutrizionale, è stato
associato a una diminuzione dell’Emoglobina Glicata HbA1c, dalla diagnosi di GDM alla fine della gravidanza, e a neonati con peso alla nascita inferiore, senza un aumento del rischio di neonati i Small for
Gestational Age SGA.
Tuttavia, non sempre è stato dimostrato un miglioramento degli esiti perinatali, assumendo obiettivi
di peso più rigorosi nelle donne con GDM. Bisogna infatti considerare che altri fattori possono
avere un ruolo determinante, tra cui il controllo glicemico materno, il BMI pre-gravidanza e l’ipertrigliceridemia materna.

Obiettivo principale è il raggiungimento e il mantenimento di un buon controllo della glicemia nel corso di tutta la gestazione per minimizzare il rischio di complicanze per la madre e per il feto: l’alimentazione e adeguata attività fisica possono consentire il controllo del diabete in gravidanza. La dieta deve essere personalizzata in relazione alle abitudini alimentari, culturali, etniche, allo stato economico e al BMI pregravidico. Si suggerisce pertanto di prediligere durante la gravidanza cibi a basso indice glicemico e di mantenere uno stile di vita attivo e praticare regolarmente attività fisica (come camminare per 30 minuti dopo il pasto) per migliorare il controllo del glucosio nel sangue. In alcuni casi può essere necessaria una specifica terapia farmacologica.

Fonti:

Ministero della Salute  https://www.salute.gov.it/portale/diabete/homeDiabete.jsp

SID Società Italiana Diabetologia https://www.siditalia.it/clinica/linee-guida-societari