Il lattosio è lo zucchero del latte, introdotto con la dieta viene a contatto con l’enzima lattasi che rompe la molecola di lattosio in glucosio e e galattosio, che una volta liberi possono essere assorbiti nell’intestino.

L’intolleranza al lattosio può essere classificata in :

  • forma congenita : forma molto rara, l’enzima è assente sin dalla nascita, i sintomi compaiono fin dal primo contatto col latte materno
  • forma acquisita o deficit di lattasi secondario: condizione transitoria causata da altre patologia come malattie infiammatorie intestinali, celicachia non trattata, chemioterapia, trattamenti farmacologici
  • forma adulta o deficit di lattasi primario: riduzione della lattasi già dai primi anni di vita con manifestazioni cliniche che esordiscono in età adulta. Dopo lo svezzamento la produzione di lattasi decresce con una riduzione progressiva geneticamente programmata che varia da soggetto a soggetto. Nel 70 % della popolazione la lattasi si riduce proporzionalmente alla riduzione dell’assunzione di latte con la dieta., mentre il 30% della popolazione continua ad avere la lattasi attiva anche in età adulta.

Attualmente l’intolleranza al lattosio colpisce il 40% della popolazione del Mediterraneo ed è più comune in Italia

Si distingue comunque il Malassorbimento del lattosio, in cui l’ingestione di una porzione standard non causa sintomi, dalla vera e propria intolleranza al lattosio in cui l’ingestione di una piccola quantità di lattosio causa sintomi

-Sintomi classici: nausea, gonfiore, crampi, meteorismo, disturbi intestinali

-Sintomi atipici: stanchezza, cefalea, vertigini, rash cutaneo, aftosi

In una vera intolleranza al lattosio i sintomi iniziano a manifestarsi dopo 30-120 minuti dall’ingestione; i sintomi possono persistere per ore o giorni

Fattori che influenzano la comparsa e l’intensità dei sintomi:

  • grado di funzionamento della lattasi
  • dose di lattosio ingerito
  • tempo di svuotamento gastrico
  • attività della flora batterica intestinale

Test Diagnostici :

l’esame meno invasivo e più utilizzato è il Breath test , che si basa sull’attività del microbiota intestinale: il paziente ingerisce 20-50 g di lattosio e viene misurata la concentrazione di idrogeno nel respiro, poiché in caso di scarsa attività della lattasi i batteri intestinali fermentano il lattosio e producono idrogeno.

Preparazione all’esame:

  • limitare il consumo di carboidrati la sera prima del’esame
  • essere digiuni da 12 ore
  • non fare attività fisica 30 ‘ prima dell’esame
  • non usare antibiotici fermenti e lassativi

 

La dieta senza lattosio:

  • adulto con intolleranza primaria: eliminare il lattosio per 2-4 settimane, dopodichè reintrodurlo gradatamente fino alla sogli di tolleranza individuale
  • adulto con intolleranza secondaria: la dieta restrittiva è necessaria solo per un breve periodo di tempo nel quale persistono le cause primarie (farmaci, chemioterapia, non trattamento di celiachie e malattie infiammatorie intestinali
  • escludere totalmente il lattosio solo per coloro che hanno manifestazioni gastrointestinali importanti, non per chi ha un malassorbimento asintomatico.

L’esclusione di latte e derivati comporta alla riduzione dell’apporto di calcio, fosforo, e vitamina D : si raccomanda di chiedere al medico di medicina generale un integratore di calcio.

Attenzione: il lattosio è spesso utilizzato come additivo alimentare, leggere le etichette degli alimenti e dei farmaci da assumere.

I prodotti che contengono acido lattico, lactoalbumina, e caseina non contengono lattosio

Si può rieducare l’intestino aumentando gradatamente la dose di lattosio assunto

Si può aiutare la digestione del lattosio introducendo probiotici o integratori alimentari di tipo enzimatico

Bibliografia :

F.Fassio Lattosio siamo tutti intolleranti?

Forsgard RA Lactose digestion in humans

Misselwitz B Update on lactose malabsorption