Terapia insulinica e carboidrati

Attualmente la terapia insulinica intensiva consente di migliorare il controllo della glicemia, di ridurre le variazioni glicemiche, di garantire una maggiore flessibilità di vita per il paziente e quindi, di migliorare il controllo della malattia.

Il gold standard della terapia insulinica intensiva è l’ infusione di insulina con microinfusore: eroga insulina sia in modo continuo ad una velocità basale costante, sia in bolo, ossia una maggiore quantità di insulina somministrata in un’unica soluzione prima di un pasto.

L’insulina basale delle 24 ore è in genere il 50% della dose giornaliera complessiva prevista per il paziente, mentre il rimanente 50% viene suddiviso nei boli pre-pasto con percentuali rispettivamente del 15-20-15% circa.

I pazienti che utilizzano il microinfusore hanno il vantaggio di poter programmare diverse velocità di infusione basale di insulina nei vari momenti della giornata, a seconda delle proprie esigenze; inoltre consente, di solito, di utilizzare meno insulina rispetto alla terapia multiniettiva.

Questa capacità di adattarsi alle esigenze del paziente rende il microinfusore molto utile e particolarmente indicato per migliorare non solo il compenso glicemico ma anche la qualità della vita.

Riuscire a modificare i profili basali a seconda delle proprie esigenze (effetto alba, sport, gravidanza, viaggi, ecc.) è un grande passo in avanti nella gestione del diabete.

Il conteggio dei carboidrati (CHO) permette grande libertà nella gestione del diabete: i CHO modificano la glicemia postprandiale e quindi determinano il bolo di insulina da somministrare. Per ottenere un buon profilo glicemico i carboidrati devono esser calcolati senza approssimazione :è importante, almeno per i primi tempi, pesare con precisione tutti gli alimenti e calcolare il loro contenuto di carboidrati attraverso le tabelle di composizione degli alimenti oppure avvalendosi delle etichette nutrizionali delle confezioni dei prodotti.

È importante imparare a stimare la porzione alimentare in modo preciso anche quando non è possibile utilizzare la bilancia: a tal fine possono essere utili alcune misure casalinghe come il cucchiaio, il mestolo, la tazza, ecc. con l’allenamento della stima delle porzioni tutto sarà più semplice.

Per stabilire di volta in volta la giusta quantità di insulina da somministrare sarà poi necessario dividere i grammi di carboidrati assunti nel pasto per il rapporto insulina-carboidrati.

E’ opportuno ricordare che nonostante siano i carboidrati l’elemento principe nella variazione della glicemia postprandiale, non dobbiamo sottovalutare altri fattori che possono influenzare la risposta glicemica, come: la quantità di grassi, di proteine e fibre all’interno di un pasto, l’indice glicemico, alterazioni ormonali, l’attività fisica e fattori stressogeni. Tutti questi elementi talvolta determinano una diversa risposta glicemica a fronte di pasti ad ugual contenuto di carboidrati.

Nonostante queste variabili il counting dei CHO rimane lo strumento più valido e affidabile per gestire al meglio le risposte glicemiche, tenendo presente che nello scompenso prolungato il rapporto insulina-carboidrati potrebbe essere variato per le maggiori necessità di insulina.

Contare i Carboidrati

Per poter contare i carboidrati che si consumano all’interno di un pasto dobbiamo imparare a sapere in quali alimenti si trovano prima, e a poterli quantificare successivamente: Inizialmente può sembrare un metodo difficile, ma dopo poche settimane di allenamento diventerà tutto abbastanza automatico.

Comuni Fonti di Carboidrati:

Pane. Pasta, Riso, Farro, Orzo, Polenta, alcune verdure, Patate, Legumi, Fette biscottate, Biscotti, Cereali per la colazione, Focaccia, Pizza, Marmellata, Miele, Latte, Yogurt, Frutta, Bibite e cibi zuccherati…

Esempio:

Pranzo di Anna

Pasta integrale al pomodoro fonte di CHO

frittata di zucchine CHO assenti

insalata CHO trascurabili

pomodori CHO trascurabili

susine fonte di CHO

In pratica Anna per poter effettuare il calcolo dei CHO, dovrà consultare le tabelle per quantificare i CHO presenti nella pasta e nelle susine che sono le uniche due fonti di CHO all’interno del pasto.

Dopo aver imparato a riconoscere all’interno di un pasto quali sono le fonti di carboidrati, puoi iniziare ad “allenarti” nel conteggio di quanti carboidrati consumo all’interno di un pasto. I più comuni strumenti di cui possiamo avvalerci per poter semplificare il conteggio sono:

  • tabelle nutrizionali riportate sull’etichetta degli alimenti

  • tabelle nutrizionali fornite dalla dietista (CREA o IEO)

  • piccole guide fotografiche dei piatti con contenuto di carboidrati

  • app che contano i carboidrati (dietometro, conta col leone, conta su di me..)

Solitamente questi strumenti indicano la quantità di carboidrati degli alimenti per 50 o 100 g, per cui può essere utile attraverso un foglio di calcolo tipo excel, inserire i valori nutrizionali per poi poter modificare la quantità e contare i carboidrati della porzione in un click.

Esempio di calcolo dei carboidrati di un pasto:

Pranzo di Anna:

                                                                                   CHO * per100 g        CHO ingeriti 

Pasta al pomodoro e melanzane 80 g                                  75                          60

merluzzo al forno 130g                                                           –                             –

fagiolini al pomodoro 150 g                                                   7,9                         12

pesca 160 g                                                                          9,5                          15

                                                                                 TOT CHO del pasto

                                                                                                                             87

*per poter calcolare i CHO della porzione:

100 g di Pasta contengono 75 g di CHO

80 g di pasta = (80 X75) /100 = 60 g di CHO contenuti in 80 g di pasta

              

Per poter semplificare la stima della grammatura degli alimenti che andiamo a consumare, oltre a un buon allenamento a casa con l’ausilio della bilancia pesa alimenti, è molto utile anche la stima della porzione con l’ausilio degli utensili da cucina, quali cucchiai, coppette, mestoli… in questo modo sarà più semplice poter adottare il counting dei carboidrati anche fuori casa.

RAPPORTO INSULINA- CARBOIDRATI

Il rapporto insulina-carboidrati (CHO) o regola del 500 , ci indica quanti CHO in g vengono matabolizzati da 1 unità di insulina rapida

Regola del 500

CHO g = 500: Fabbisogno Insulinico Giornaliero = g di CHO metabolizzati da un’unità di insulina

ESEMPIO:

somministrazione di insulina di Anna 

colazione 6 UI

pranzo 8 UI

cena 7 UI

basale 0.7 UI dalle 7 alle 24 e 0.8 UI dalle 24 alle 7

totale insulina giornaliera 38.5 UI

500 : 38.5 UI =13 g di CHO metabolizzati con 1 UI d’insulina

Quindi se Anna consuma 87 g di CHO quante UI deve somministrarsi?

87:13= 7 UI da somministrare

FATTORE DI INSULINO SENSIBILITA’

il fattore di sensibilità individuale indica quanto diminuisce la glicemia con una unità di insulina

Calcolo

1800: Fabbisogno Isulinico Giornaliero

ESEMPIO:

Anna ha un fabbisogno giornaliero di insulina di 38.5 UI

1800:38.5= 46,75

ovvero ogni unità abbassa la glicemia di 47 md/dl

Buona Conta !!!!!