Nell’arco degli ultimi dieci anni, gli italiani che riferiscono problematiche di natura allergica hanno subito un sensibile aumento. Da qui nasce l’esigenza di conoscere, riconoscere e diagnosticare in modo accurato e condiviso qualunque allergia o intolleranza verso gli alimenti.

Le allergie e intolleranze alimentari sono un problema molto sentito dalla popolazione generale: il 20% dei soggetti allergici attribuirebbe a un alimento sospetto la propria sintomatologia ‘reattiva’.

Solo meno del 10% delle reazioni avverse percepite dal paziente come una possibile reazione allergica agli alimenti trovano davvero riscontro

Nella maggior parte dei casi le allergie riferite e percepite sono, in realtà, dovute ad un problema associato a reazioni tossiche e/o intolleranze alimentari, o ad altre patologie gastrointestinali (prevalentemente gastropatie croniche, sindrome del colon irritabile o altri disturbi).Ecco che emerge prepotentemente il bisogno fondamentale di distinguere l’allergia dall’intolleranza alimentare e impostare un adeguato percorso diagnostico per entrambi i disturbi.

Differenza tra allergie e intolleranze alimentari

                       Mentre le allergie alimentari sono caratterizzate dalla risposta anomala da parte del sistema immunitario verso uno specifico componente di un un alimento, le intolleranze alimentari nascono da un difetto enzimatico o, sempre in individui predisposti, dall’azione di alcune sostanze farmacologicamente attive presenti negli alimenti.

le reazioni avverse agli alimenti possono essere suddivise in due macrocategorie:

  • le reazioni tossiche: che dipendono dalla dose di assunzione dell’alimento e interessano tutti i soggetti che lo assumono in quantità adeguate;
  • le reazioni non tossiche: dipendono dalla suscettibilità individuale e si distinguono reazioni immunomediate: allergie

non immunomediate,:intolleranze alimentari

Le allergie alimentari sono caratterizzate dalla risposta anomala da parte del sistema immunitario verso uno specifi co componente di un alimento, molto spesso una proteina che è innocua per la maggior parte delle persone ma che in soggetti predisposti può comportarsi come un allergene.

I sintomi si presentano generalmente in breve tempo dall’ingestione dell’alimento.

Le intolleranze di tipo farmacologico sono reazioni abnormi a sostanze con attività farmacologica e che si trovano naturalmente e in grandi quantità in alcuni cibi (istamina, triptamina, dopamina e serotonina).

Le intolleranze enzimatiche, invece, sono scatenate da errori (generalmente congeniti) nel metabolismo di un alimento, dove gli enzimi digestivi o i trasportatori necessari ad assimilare quell’alimento non vengono prodotti o sono presenti in ridotte quantità, o non funzionano come dovrebbero.

LE ALLERGIE

l’allergia alimentare è una reazione avversa dovuta a una risposta anomala del sistema immunitario dell’organismo a un alimento specifico: hanno, quindi, alla base del problema una ‘miccia’ diversa da quella delle intolleranze alimentari, che sono invece dovute a reazioni di tipo enzimatico o farmacologico.

L’allergia prevede una positività del test allergologico e prevede anche l’insorgenza di manifestazioni cliniche più o meno gravi a seconda della tipologia e intensità della risposta allergica.

Cos’è un allergene? L’allergene è solitamente una proteina, in casi rari un carboidrato, dotata di uno o più determinanti antigenici

Gli allergeni alimentari possono provocare reazioni per ingestione, contatto o inalazione e vengono suddivisi in due classi:

• classe 1: da proteine che resistono alla digestione e al calore, in grado di comportarsi da allergeni sensibilizzanti a livello gastrointestinale. Esempio: proteine allergeniche del latte, dell’uovo, del pesce, dei crostacei e di alcuni vegetali;

• classe 2: proteine non resistenti al calore e alla digestione. Sono presenti nei vegetali e in alcuni alimenti di derivazione animale (proteine termolabili del latte, della carne, dell’uovo). Essendo digeriti a livello gastrico, perdono il loro potere antigenico causando prevalentemente sintomi localizzati al cavo orale (sindrome orale allergica) e non sistemici. Nel caso degli allergeni vegetali, i sintomi compaiono soltanto dopo che è avvenuta una sensibilizzazione ad allergeni omologhi contenuti nei pollini

Molte cellule del mondo vegetale condividono strutture che sono tra loro molto simili, se non identiche. Alcune di queste strutture, si ritrovano sia nei pollini che negli alimenti vegetali. Può quindi succedere che un soggetto con un’allergia verso i pollini, soprattutto se intensa, possa presentare positività ai test allergologici anche verso alcuni alimenti vegetali.

Test diagnostici per allergie alimentari (VALIDATI)

  • test rilevazione IgE specifiche per un determinato alimento
  • test cutanei: skin prik test e prik by prik test

                                                           Elenco dei test non convenzionali

                                    utilizzati per la diagnosi di allergia ma privi di validazione scientifica
• Il test citotossico di Bryant
• Il test di provocazione e neutralizzazione sublinguale e intradermico
• La kinesiologia applicata
• Il test del riflesso cardio-auricolare
• Il Pulse test
• Il test elettrotermico o elettroagopuntura secondo Voll
• Il Vega test
• Il Sarmtest
• Il Biostrenght test e varianti
• La biorisonanza
• L’analisi del capello (Hair analysis)

Dal sito del Ministero della Salute

Per la cosiddetta desensibilizzazione o immunoterapia allergene-specifica, non ci sono oggi approcci standardizzati e tale terapia viene offerta esclusivamente in pochi centri allergologici altamente specializzati. Consiste nella somministrazione, in ambiente protetto e sotto stretto controllo medico, di dosi di alimento via via crescenti.1-3 In molti casi, seguendo uno specifico protocollo, si riesce a far nuovamente tollerare l’alimento al paziente. Tuttavia, per mantenere tale risultato, al paziente potrebbe essere richiesto di proseguire l’assunzione quotidiana dell’alimento stesso al proprio domicilio, pena la perdita della tolleranza stessa. Per questo motivo, tale approccio è solitamente utilizzato per alimenti comuni, come latte o uova.

Bibliografia: Ministero della Salute Allergie alimentari e sicurezza del consumatore – Corso FAD Sanitanova

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