Negli ultimi anni c’è molta confusione sul consumo del latte, soprattutto a causa della diffusione di diete che lo demonizzano ma che non hanno alcun fondamento scientifico.

Spesso i pazienti mi dicono che non bevono latte perché è troppo grasso o contiene troppo colesterolo:in realtà apporta circa 60-70 kcal per 100g di cui grassi il 3-4% e14 mg di colesterolo.

Vediamo cosa dice la Scienza: la Fondazione Veronesi ha pubblicato un aggiornamento:

  • è bene sapere che il latte è vero che è una fonte di calcio e in questo alimento è altamente assimilabile, ma anche la frutta secca i cereali integrali i semi di girasole, zucca e lino, e gli ortaggi a foglia verde contengono calcio.
  • non ci sono delle linee guida uniche a livello globale sul consumo consigliato di latte, anche se la maggior parte dei paesi, tra cui il nostro, ne raccomandano da una a tre porzioni al giorno specificando di scegliere prodotti a basso tenore di grasso (latte e yogurt da preferire ai formaggi
  • cosa si intende per porzione: latte e yogurt 125-150 g ; formaggi freschi tipo ricotta 100 g; formaggi stagionati 50 g al massimo due volte a settimana
  • ci sono diverse tipologie di latte in commercio, quale scegliere? Sicuramente quello a basso contenuto di grassi per gli adulti e quello intero per bambini e adolescenti in fase di crescita: il latte intero ha più grassi quindi favorisce l’assorbimento delle vitamine A, D, E.  Il latte definito ” a lunga conservazione” UHT dal punto di vista nutrizionale è sostanzialmente uguale a quello fresco. Si sono diffusi i distributori di latte crudo: non dimenticatevi di bollirlo prima del consumo
  • Intolleranza al lattosio: purtroppo sono ormai diffusi test di diagnosi di intolleranze che non hanno nessun fondamento scientifico. Il test scientificamente riconosciuto e attendibile è il breath test: misura nell’alito l’idrogeno prodotto dalla flora batterica per effetto della fermentazione del lattosio non digerito. Se non si digerisce il lattosio non è strettamente necessario che ci sia un’intolleranza: la lattasi, l’enzima che lo digerisce è “inducibile” la sua produzione è stimolata dalla presenza di lattosio; è quindi necessaria una reintroduzione graduale del latte dopo un periodo di non consumo.
  • tutte le correlazioni tra consumo di latticini e l’aumento del rischio cardiovascolare o dei tumori sono da attribuire ai grassi che contengono più che al prodotto di per sè

Fondazione Umberto Veronesi “la salute in tavola”